Gli Omega 3 riducono il rischio di artrite reumatoide
Gio 12 Set 2013 |
Uno studio realizzato dal Karolinska Institute di Stoccolma ha analizzato l’alimentazione di oltre 32mila donne nate tra il 1914 ed il 1948 attraverso un primo questionario somministrato tra il 1987 ed il 1990 ed un secondo nel 1997 con l’obiettivo di valutare il ruolo degli acidi grassi Omega 3 sull’incidenza dell’artrite reumatoide, una malattia infiammatoria cronica che coinvolge prevalentemente le articolazioni diartrodali (quelle articolazioni che “ scivolano“ su cartilagine articolare). Lo studio svedese si basa su studi precedenti dai quali è emersa l’ipotesi secondo cui gli Omega 3 sono in grado di modificare la composizione chimica dei leucotrieni, un gruppo di eicosanoidi considerati i responsabili di dolori ed infiammazione caratteristici dell'artrite reumatoide, facendo diminuire l’effetto infiammatorio.
I risultati hanno mostrato che un’assunzione di Omega 3 superiore a 0,21 grammi al giorno, per un periodo prolungato, determina una riduzione del 52% del rischio di sviluppare la malattia, supportando così l’ipotesi secondo cui l’inserimento di acidi grassi Omega 3 nella normale alimentazione può svolgere un ruolo importante nell’eziologia dell’artrite reumatoide.
I risultati hanno mostrato che un’assunzione di Omega 3 superiore a 0,21 grammi al giorno, per un periodo prolungato, determina una riduzione del 52% del rischio di sviluppare la malattia, supportando così l’ipotesi secondo cui l’inserimento di acidi grassi Omega 3 nella normale alimentazione può svolgere un ruolo importante nell’eziologia dell’artrite reumatoide.
L’artrite reumatoide è una malattia diffusa in tutto il mondo, senza predilezioni di razza. Si ritiene abbia una prevalenza approssimativamente tra lo 0,5 e l’1% della popolazione, ma può raggiungere un picco del 5%.. Colpisce principalmente le donne con un rapporto di 3 a 1, soprattutto nel periodo pre-menopausale. L’esordio può avvenire a qualunque età, ma più frequentemente tra i 40 ed i 50 anni. Le cause alla base dell’artrite reumatoide non sono completamente conosciute, ma sembra sia condizionata da fattori genetici ed ambientali, oltre che dallo stile di vita (abitudine al fumo, consumo di alcol). Poiché si conosce poco rispetto ai fattori di rischio modificabili, sono molteplici gli studi finalizzati ad indagare possibili elementi in grado di ritardarne l’esordio o rallentarne la progressione, ma anche controllare il dolore e l’infiammazione.
Numerosi studi pubblicati nel corso degli anni su diverse riviste scientifiche hanno dimostrato i benefici sul dolore con un’alimentazione povera di acidi grassi saturi (presenti nelle carni grasse, nei salumi e nel burro) ma ricca in polinsaturi (ricchi di acidi omega 3 e presenti nei pesci d'acqua fredda come il salmone, tonno, sardine, trota, sgombri e nella frutta secca come le noci).
I ricercatori del Karolinska Institute di Stoccolma, in particolare, hanno studiato l’effetto degli acidi grassi suddividendo le donne dello studio in 5 gruppi in base al consumo di omega 3, da un minimo di 0,21 grammi al giorno o meno, ad un massimo di mezzo grammo al giorno.
Nel periodo di studio 205 donne hanno sviluppato artrite reumatoide e nelle donne che avevano un consumo superiore a 0,21 grammi al giorno il rischio è risultato minore del 52%.
Non sembrano invece esserci benefici ulteriori al di sopra degli 0,35 grammi al giorno, ma il consumo di almeno una porzione a settimana di pesce è associato ad una riduzione del rischio del 29%.
Meditate gente... meditate.
mao
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