Ero da una coppia di amici, più che clienti, e si parlava di questa affermazione.
Lo devo ammettere... a me questa frase sta sulle scatole e la reputo di una violenza inaudita quando a pronunciarla è un collega, un dirigente e/o un proprietario di azienda.
Quando costruisci il tuo team di lavoro dovresti valutare, da subito, se gli elementi possono coesistere o, meglio ancora, se possono fare un lavoro in modo ottimale insieme. Naturalmente poi, gli sviluppi di mercato, aziendali e personali, trasformano tutto e si possono verificare delle "mutazioni" ed eccoci che tutto, appunto, cambia.
Ma a questo punto "l'apporto di energia" diventa poco compatibile in una direzione come nell'altra ed "il divorzio" è cosa buona è giusta.
Ma quando sento pronunciare questa affermazione in modo generalizzato mi rendo conto di trovarmi di fronte a persone di un così basso profilo intellettivo che mi domando... ma se tu, che sei l'artefice di questo pensiero malato, fossi definito "non indispensabile" e quindi, per conseguenza "poco più che utile" ti sentiresti motivato a fare bene il tuo lavoro?
Essere un imprenditore e/o dirigente vuol dire far viaggiare il proprio team al 110% senza dover fare nessun tipo di pressing. Senza generare desideri di competizione inadeguati ma anzi, il clima dovrebbe essere quello della "condivisione di responsabilità".
Non ti lamentare se poi verrai sempre considerato un "non leader" dai tuoi colleghi, dipendenti e/o collaboratori... certi pensieri forse servono a te per portarti a giustificare la tua inadeguatezza al ruolo. Ogni risorsa al limite potrà avere delle incompatibilità ma quando un'impresa ha ottenuto una "forma" grazie all'indispensabile apporto delle persone che la popolano tutte diventano la linfa stessa che la possono portare all'eccellenza!
Quindi siamo tutti indispensabili? Io penso di si, fintanto che le condivisioni e gli obiettivi coincidono!
Keep in touch
mao

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