domenica 22 luglio 2012

Storie di ferro: Matteo Cresti

Il mio primo incontro con la ghisa non è dei più felici purtroppo...
Atleta delle arti marziali sin da piccolo, alla tenera età di 14 anni mi procuro un infortunio al l.c.a che fa improvvisamente crollare le mia aspettative di futuro "combattente".
Inizialmente, quindi, con la sala pesi c'è un rapporto di "amore - odio"; essendo l'unico ragazzino che già a soli 14 anni passava tante ore a fare potenziamento aspettavo solo il "fatidico" momento dell' operazione per poter tornare di nuovo sul ring.

A 17 anni ( dopo 3 anni passati a non toccare un pallone e lontano dal mio sport) arriva il momento tanto agognato dell'operazione. Come tutti sappiamo le tecniche ortopediche ogni anno fanno dei progressi impressionanti, io ricordo con estremo dispiacere quell'anno passato a recuperare l'arto infortunato, ore di leg press unilaterale per cercare di recuperare i cm di muscolatura perduti.
Man mano che il tempo passava, sollevare alla leg press quella piastra in più era diventata una forte rivincita con me stesso... tutti mi facevano sentire pieno di orgoglio quando già a 17 anni caricavo l'intero pacco dischi della vecchia pressa tecnogym.

Dall'allenare solo la gamba infortunata passo a lavorare tutto il corpo...mi rendo conto che il corpo risponde bene agli stimoli e cambia il suo aspetto abbastanza velocemente, tanto da incanalarmi in quello stile di vita...che tutti noi amiamo...il bodybuilding.

Ormai allenarsi non era più incentrato sul fatto di "recuperare" l'arto infortunato, ma era esclusivamente rivolto allo spingersi "oltre"...ogni giorno ricercare un progresso, ogni giorno perfezionare l'alimentazione e la supplementazione associata.

E' cosi che pian piano sono entrato nel pieno di questa filosofia di vita... che non ha sfociato in toto fin quando un'altra delusione, questa volta lato sentimentale, mi ha colpito.

Ormai sono passati due anni, ma il 2010 per me è stato davvero un anno difficile da affrontare, la mia vita è completamente cambiata, prima mi ritrovavo a pensare qualsiasi cosa in funzione di un'altra persona, poi tutto d'un colpo invece era nuovamente tutto nelle mie mani...

L'amata ghisa era in quei momenti, l'unica cosa che riusciva a farmi sentire vivo...sentivo ancora il sangue scorrere nelle vene...
il cuore pulsare...

Ed e' così che nasce la voglia di partecipare alla prima competizione... rimettersi in gioco!

Per me questo sport, lo chiamo così, anche se secondo me questo sostantivo attribuitogli è limitativo, mi ha temprato dandomi di nuovo tanta fiducia in me stesso...

Ha permesso di conoscere nuove persone, nelle quali sono riuscito a trovare alcuni veri amici.
In particolare vorrei ringraziare, gli amici del Team Pure Sport di Firenze, con a capo il grande "cavallo" Marco Scheggi e un mio grande amico che da anni mi aiuta lungo questa via: Marco Maso, che al momento gestisce la mia preparazione per il campionato Italiano NBFI del 13 di Ottobre.
By Matteo
Grazie Matteo!!!
mao

 

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