Ci sono muscoli che da sempre affascinano per la capacità di dare un senso di potenza... tra questi di sicuro ci sono i muscoli pettorali.
In questo articolo, il nostro amico Paolo Valente, ci da degli ottimi spunti di riflessione.
Leggete con attenzione in quanto ritengo che lo scambio di idee porti ad una crescita dentro e fuori!!!
PETTORALI CHE NON CRESCONO? IL PROBLEMA A VOLTE E’ ALLA BASE...
Una costante del mondo del fitness e del bodybuilding, inteso come costruzione del corpo è la ricerca dello sviluppo dei pettorali.
Pettorali e bicipiti sono il must del lunedì di ogni palestra che si rispetti, purtroppo, ahimè, come ogni cosa ambita presenta delle avversità e non è poco consueto che si riscontri difficoltà nell’ottenere uno sviluppo costante.
A questo punto le opzioni che ci vengono presentate sono molte, ci viene solitamente consigliato di “richiamare” l’allenamento del muscolo, per ottenere maggior lavoro cumulativo all’interno della
settimana modificando inoltre la frequenza dello stimolo, se non funziona poi passiamo a tre sedute,
qualcuno addirittura a quattro... oppure ci avventuriamo in tecniche d’allenamento tra le più avveniristiche consigliate magari dal compagno d’allenamento che ha il torace alla Arnold e quei pettorali non se li spiega nemmeno lui...
Il problema o i problemi si nascondono spesso altrove:
Una volta verificato che l’esecuzione delle distensioni o delle aperture sia magistrale, con scapole ABDOTTE per tutto il movimento e DEPRESSE (quindi scapole chiuse e spalle basse, per meglio coinvolgere la muscolatura interessata evitando spiacevoli fastidi alla spalla causati da un lavoro svolto male e protratto nel tempo) bisogna capire anche se c’è capacità di mantenere una SUFFICIENTE abduzione e depressione delle scapole per tutta la durata dell’esercizio e se la spalla una volta superati i primi “centimetri” nella distensione non si anteponga facendo così perdere sia l’abduzione che il coinvolgimento massimo dei pettorali a discapito dei deltoidi.
Se questa cosa accade nonostante siate concentrati e il carico sia gestibile, probabilmente c’è un “difetto strutturale” più o meno importante da correggere.
A volte capita che per una scorretta igiene della postura, per un lavoro mal bilanciato nel tempo o semplice predisposizione, che la spalla sia anteposta costantemente nell’atteggiamento posturale, solitamente ci si ritrova con i muscoli pettorali “corti” che portano a questa anteposizione e necessitano quindi di stretching e quelli del centro schiena deboli e incapaci di una corretta abduzione delle scapole.
Anche nei rematori su piano orizzontale potremo notare che nonostante il movimento sia corretto e si
ricerchi la chiusura delle scapole prima della tirata con le braccia, questa non avviene in maniera decisa e la spalla ad un certo punto del movimento si anteponga e renda insufficiente la contrazione ottimale.
Da qui ne viene fuori che non solo bisogna curare la tecnica degli esercizi ma bisogna accertarsi che la struttura sia predisposta alla corretta esecuzione.
Accertato il problema non dovrà mai mancare in ogni seduta, TANTO lavoro di stretching del pettorale e di ricerca della massima extra-rotazione dell’omero con conseguente abduzione delle scapole, da li cercare enfasi nel movimento di abduzione durante l’allenamento del centro schiena, magari rinunciando per un po’ a carichi poco gestibili.
INIZIALMENTE è consigliabile nella scelta degli esercizi per i pettorali, orientarsi su quelli che permettono un corretto mantenimento della posizione descritta all’inizio dell’articolo (scapole ABDOTTE e DEPRESSE).
Si prestano bene solitamente le distensioni con i manubri piuttosto che con il bilanciere, le aperture ai cavi e gli attrezzi isotonici come la Chest press.
Naturalmente anche qui la soggettività farà da padrona, ognuno di noi dovrà individuare gli esercizi che permettono un esecuzione che rispetti i punti precedentemente descritti.
Nel tempo con il miglioramento della situazione la gamma di esercizi ai quali si potrà attingere con un feedback migliorato aumenterà e la connessione mente muscolo andrà di pari passo.
In genere è buona norma eseguire costantemente delle sedute di stretching dei muscoli allenati anche
quando non si hanno particolari problematiche, per evitare che si presentino nel tempo, indotte dall’allenamento con sovraccarichi che tende a far perdere elasticità al muscolo di pari passo con
l’ipertrofia che ne consegue.
Per gestire le carenze muscolari, anche a livello integrativo si può intervenire una volta mitigati i problemi strutturali, la ricerca dell’ottimizzazione del pump muscolare deve essere una costante nell’allenamento specie per le carenze, portare molto sangue al muscolo enfatizzando le fasi di stretch con i pesi in fase negativa e le contrazioni di picco.
Per aumentare il pompaggio muscolare e cercare di conseguenza di portare più nutrienti e ormoni ai
muscoli mediante il flusso ematico utilizzo solitamente della Gluco-creatina pre-workout, si tratta di
creatina monoidrato veicolata da glucosio e magnesio, assieme ai Bcaa 8:1:1 sempre +Watt.
Nell’immediato post workout accompagno solitamente a delle proteine idrolizzate, quindi a rapido
assorbimento, delle compresse di Tonomix contenenti amminoacidi essenziali e semi-essenziali dal profilo amminoacidico simile a quello umano, quindi con minor possibilità di produrre scorie azotate.
Un risultato ottimale nella crescita muscolare è spesso dato dalla meticolosità e dall’insieme di tanti piccoli e grandi accorgimenti.
Non resta che provare per credere....
resta che provare per credere....
Che dire... grazie a Paolo per questo prezioso contributo!!!
La cultura sopra a tutto.
Keep in touch
mao
Però le scapole vanno addotte e non abdotte...
RispondiEliminaBuongiorno, non essendo io l'autore del pezzo preferisco non entrare nella questione. Grazie per l'appunto.
RispondiEliminaSaluti mao